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TRAMONTI , quanti perché…
"Tramonti" è la denominazione di
quella stretta fascia di terra, a picco sul mare, delimitata ad Ovest
dalla Punta Merlino e ad Est dalla Punta del Persico; non più di tre
chilometri quadrati di territorio, stretto tra i comuni di Portovenere e
Riomaggiore, amministrativamente compreso nel comune della Spezia e
costituito dalle località di Fossola, Monesteroli, Schiara, Persico. Il
paese di Campiglia è geograficamente inserito in quest’area
rappresentandone il nucleo abitativo più numeroso. Da innumerevoli anni,
si dice da oltre 30 generazioni, la vita dei Campigliesi si è
strettamente intrecciata con la terra, da essa, la stragrande
maggioranza di loro, ha tratto vita e sostentamento: agli albori del
‘900, intorno agli anni ’20, a seguito di molti fatti nuovi e
vicissitudini, che andremo a descrivere ed analizzare in altre pagine,
si sono create le condizioni per una parziale diversificazione del tipo
di vita e di attività dei Campigliesi. E’ infatti scritto nella realtà
delle cose che i nostri progenitori abbiano , prima bonificato e reso
utilizzabile per le coltivazioni, (soprattutto della vite) un territorio
che viene denominato Tramonti, area primaria e vitalmente produttiva,
per la qualità dei vini, (molto più preziosa di quelle a più alta quota
intorno all’abitato), lasciando alle generazioni che subentravano, ben
istruite ed allevate sul "campo", il quasi obbligo di continuare l’opera
intrapresa. La comunità stessa dei Campigliesi ha scritto, con la sua
opera, nel territorio di Tramonti, pagine di duro lavoro, di sudore, di
sacrifici oggi inimmaginabili. L’itinerario che ci siamo preposti di
offrirVi, in grande parte è proprio situato in quest’area; in effetti
Tramonti è la denominazione di quel particolare territorio costiero
compreso tra Portovenere e Riomaggiore. Dalla zona dell'Albana, (più
semplicemente identificabile dal mare, come le "Rocce Rosse" per il loro
colore inconfondibile), fino a Fossola, questo territorio a picco sul
mare, di per sé ostile, asciutto, franoso è stato trasformato nei secoli
dal lavoro imponente e continuo di uomini che hanno modificato e
plasmato questa terra, al fine di realizzare terreno coltivabile. E' nel
corso dei tempo, a partire dal XIII Secolo, infatti che migliaia di
metri cubi di muretti a secco, costruiti con massi di arenaria sono
stati sapientemente sovrapposti, è un'arte, curati e mantenuti per
costruire una rete di barriere artificiali, alti anche 4-6 metri, che
bloccasse il naturale movimento franoso del terreno, verso il mare, ma
permettessero nel contempo, un buon drenaggio delle acque piovane. Un
territorio, naturalmente franoso e occupato dalla macchia mediterranea,
il leccio è qui il signore incontrastato, è stato dunque piegato dalla
volontà dell'uomo affinché fosse possibile renderlo fertile e
coltivabile a vite ed olivo. Un territorio, artificialmente costruito,
ove il naturale svolgersi della natura è stato deviato dalla spontanea
tendenza a divenire bosco, ma dove la natura ancora vive, in forme
volute dall'uomo, ed è stata utilizzata, per secoli, per dare
sostentamento ad un'intera comunità. Da sempre infatti questa fascia di
terreno costiero è appartenuta ed è stata coltivata in larga parte dagli
abitanti di Biassa e di Campiglia, che pur non risiedendo su questo
lembo di terra, traevano da essa il loro reddito. Questa lontananza tra
il luogo di residenza ed il luogo di produzione agricola (Campiglia
aveva come caratteristica positiva la relativa vicinanza con i terreni
da coltivare ove, per contro, Biassa era penalizzata dalla maggiore
distanza, trovandosi dal versante opposto rispetto a Tramonti) ha
costretto gli abitanti di questi paesi a percorrere lunghi e faticosi
sentieri, per poter provvedere al proprio vivere, ma ha permesso, nel
contempo che quest'area non essendo utilizzata a scopo abitativo, data
l’estrema acclività, l’instabilità geologica, le notevoli difficoltà
nella costruzione di strade di comunicazione, non venisse invasa da
costruzioni o subisse modificazioni territoriali che l'avrebbero
saccheggiata, permettendole di giungere nelle attuali condizioni, fino
alla nostra epoca. Le uniche costruzioni presenti, infatti ancor oggi
sulla fascia di Tramonti sono le cantine e le case rurali. Le cantine
costruite in pietra arenaria e non più grandi di 50 metri quadrati, sono
in genere, sviluppate su due piani che bene tendono ad adattarsi
all'andamento del terreno, ambientandosi perfettamente in questa realtà
fatta di muretti a secco, piccole scale in pietra incastonate ad arte
nei muri, vigne. Le cantine venivano utilizzate, anche a scopo abitativo
ma solo per brevi periodi e soprattutto durante la vendemmia (Schiara,
Persico, Navone ne sono un esempio). In genere il piano terra,
naturalmente il luogo più fresco, viene utilizzato per la vinificazione
e per tenere attrezzi e materiali per la campagna: il primo piano invece
è destinato a scopo di cucina e ad ospitare le persone. Seppur brevi
queste note su Tramonti possono, forse, evidenziare la particolarità di
questi luoghi, apprezzabili non solo per la bellezza naturale, ma
soprattutto per quel particolare ambiente che si è creato in anni ed
anni di rapporto tra uomo e territorio.
Tramonti non è solo un luogo
fisico, naturale e bellissimo ma è anzitutto un intreccio di valori
storici, culturali e umani inestricabili non più analizzabili
separatamente. I muretti a secco, le cantine, le pose, le scale, la
coltivazione della vite sono gli elementi visibili e concreti del lavoro
che l'uomo ha compiuto nei secoli, ma principalmente sottintendono ed
evidenziano un atteggiamento, una volontà, un radicamento, un amore
verso la terra che difficilmente può trovare eguali. Ma questo spazio di
terra, che sopravvive grazie al facile equilibrio stabilitosi fra uomo
ed ambiente naturale, per poter continuare a resistere negli anni, per
poter essere consegnato alle generazioni future così come noi lo abbiamo
ricevuto, ha bisogno di continuare ad essere coltivato. I terrazzamenti
vanno curati e ricostruiti: ogni muro a secco crollato e non ricostruito
rappresenta un pezzo di terra destinato a diventare terreno franoso, una
"lama" , e quindi precipitare a mare, così come ogni metro di terreno
incolto, "zerbio", diviene facile territorio di conquista per la macchia
mediterranea. Il lavoro e la fatica di secoli possono, dunque, essere
vanificati, distrutti in un breve spazio di tempo. Tramonti ha bisogno
dell'intervento umano - lasciato al suo naturale sviluppo questo
territorio ritornerebbe ad essere un bel bosco, ma sicuramente sarebbe
cancellato dalla faccia della terra quel meraviglioso e unico luogo
fortemente voluto e strenuamente difeso dai nostri antenati. Il lavoro
degli uomini che su questa terra faticano, impegnandosi in una lotta
senza tregua, estenuante, difficile da immaginare per chi non vi si è
mai cimentato, per mantenere questo territorio, va dunque rispettato ma
innanzitutto valorizzato cercando di creare le condizioni affinché
queste terre non siano abbandonate e perché non vada dispersa quella
particolare identità storico culturale nata e sviluppatasi su questi
luoghi. Il modificarsi della realtà socio-economica, degli stili di
vita, l'evolversi della cultura e dei modi di concepire il proprio ruolo
ed il rapporto con gli altri ha infatti inevitabilmente introdotto degli
elementi nuovi nel rapporto tra uomo e territorio anche nella zona di
Tramonti. Sempre meno sono le persone che coltivano la terra, (le
ragioni, per quanto possibile, le ricercheremo e le analizzeremo con la
collaborazione di tutti, nel sito), sempre meno sono le persone che
ricostruiscono i muretti e che impediscono alla macchia mediterranea di
avanzare, tutti gli altri idealmente assistono e partecipano alla
sconfitta, in una impari sfida lanciata secoli fa dai nostri
progenitori. Di fronte a questo stato di cose le persone che hanno
deciso di continuare a coltivare la terra o comunque di mantenere un
rapporto con questo territorio hanno introdotto modificazioni, nuovi e
più razionali modi, per quanto possibile, di coltivazione della vite e
raccolta dell'uva, in questo aiutati anche da una più moderna
tecnologia, nuovi modi di stare e vivere a Tramonti, anche qui
facilitati da più adatte e funzionali infrastrutture, magari solo nel
periodo delle vacanze, magari trasformando la cantina in una rustica
abitazione, ma soprattutto hanno espresso con questa scelta la loro
volontà di continuare a mantenere e a rendere vivo non solo un luogo, ma
un pezzo di storia e di cultura della nostra amata terra. Anche per
questo motivo è importante creare momenti e situazioni che sottolineino
e valorizzino appieno la storia e lo sviluppo di questi luoghi,
agevolando ed incentivando chi ancora e' animato da volontà tese a non
far morire definitivamente i luoghi.
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