Castellana

10-06-12

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Monte Castellana

comitato


LA CASTELLANA DI IERI E QUELLA DI OGGI

Nei pressi di Campiglia, nel territorio del Comune di Portovenere, vi è un monte che si innalza fino a 512 metri di quota: trattasi della "Castellana" (come localmente viene chiamata), che domina e si affaccia sia sul golfo di La Spezia da un lato, che sul mar Ligure dall'altro. Dalla sua cima, nei giorni con atmosfera tersa, si può godere un panorama, con arco di vista di 360°,veramente unico: si spazia, verso Nord-Est, dai monti dell'Appennino Tosco-Emiliano e, seguendo la linea di costa, si può scendere fino alla punta estrema visibile: il porto di Livorno, mentre a Sud, in mare aperto con particolari condizioni metereologiche, si stagliano le  isole dell'Arcipelago Toscano, come l'isola della Gorgona, della Capraia, dell'Elba. Risulta molto difficile osservarle al medesimo tempo, generalmente la visione di una fra queste, esclude le altre. E' altresì possibile osservare l'isola della Corsica, tale visione è possibile 3 o 4 volte all'anno; spesso in inverno accade che si delineino all'orizzonte le cime innevate dei suoi monti più alti. Analogo panorama, delle montagne innevate, si può ammirare ad Ovest, quando si intravedono all'orizzonte le Alpi Marittime, e salendo ancor più ad Nord Ovest, le Alpi Cozie, ove troneggia con la sua maestosità il Monviso (3840 metri). E' insomma un punto di osservazione unico, scelto per le sue peculiarità già ai primi del 1800 ed esattamente l'11 Maggio del 1808, da Napoleone, che elegge La Spezia "Porto Militare" intendendo qui concentrarvi le "principali forze marittime delle quali gli era dato disporre", costruendovi un Arsenale marittimo e "ponendo in difesa tutto il Golfo della Spezia". Un secondo decreto datato 30 Maggio istituisce il VII Dipartimento Marittimo, con capoluogo La Spezia, con giurisdizione da Sanremo fino ad Orbetello, assegnando quindi il Lazzaretto alla Marina Militare, disponendone l'utilizzo a magazzino per la stessa. Con il medesimo provvedimento bandisce il reclutamento in Tolone di 120 operai di quell'arsenale, oltre a 500 forzati da inviare a La Spezia e di altri 100 operai da reperire sul posto. Con il decreto dell' 11 Giugno dello stesso anno, Napoleone ribadisce e precisa le proprie volontà: gli stabilimenti marittimi per la costruzione di navi e relative manutenzioni devono essere costruiti nei seni delle Grazie, del Varignano, di Portovenere e difesi da una fortezza sulla Castellana, "eseguita in modo da occupare tutto l'istmo tra la baia di Riomaggiore ed il porto della Spezia", da un forte sulla Palmaria, da uno sul Tino e da una batteria sulla punta di Maralunga. La gelosia francese osteggia i progetti di Napoleone gonfiandone i preventivi, portandoli ad oltre 32 milioni di franchi: alla caduta dell'aquila napoleonica, ne saranno stati spesi appena 247.700 (di questi 161.000 alla Castellana). Il 5 Luglio 1808, Napoleone ordina ai suoi ingegneri la progettazione di una strada da La Spezia a Parma, il miglioramento di quella per Sarzana ed il tracciamento della carrozzabile da La Spezia a Portovenere . Tra questi ingegneri specialisti vi era il colonnello del genio Morlaincourt, il cui compito era quello di provvedere ad un accurato studio ed al rilievo geografico dei luoghi con dettagliate indagini sul tipo di profondità dei fondali della rada, sulle città e villaggi che si affacciavano sulle sue rive, completando il rapporto circa la produttività agricola ed artigiana locale. Dal rapporto Morlaincourt molto ampio ed articolato, certamente vide la luce la strada che da La Spezia raggiunge Portovenere, che nel 1812 venne completata, con una spesa totale di 318.695 franchi. Altre ipotesi di opere non videro realizzazione pratica. Nell'anno successivo venne a La Spezia il Conte Chabrol de Volvic, inviato per procedere ulteriormente nell'indagine e dare inizio alle opere necessarie all'impianto della piazzaforte. Molti furono i tecnici al seguito che procedettero ai dettagliati rilievi per le costruende opere.

Portovenere_visto_da_Palmaria_1808



Sono qui mostrate rappresentazioni grafiche, due litografie dell'epoca in cui viene descritto il rilievo di Monte Castellana con il borgo fortificato di Portovenere (nella prima). Nella stampa seguente, frutto del solito rapporto tecnico, viene indicata in maniera approssimativa e fantastica come avrebbero dovuto essere le fortificazioni delle Cale Castagna e Santa Maria, ed il monte Castellana come allora in realtà si mostrava. E' doveroso ricordare, ai fini storici, che i rilievi topografici della Castellana sono effettuati dal Sottotenente del Genio Militare Francese, Agostino Chiodo, che utilizza per la prima volta il metodo delle curve di livello, per rappresentare sulla carta i rilievi montuosi Si dette quindi il via alla costruzione del Forte della Castellana, battezzato "Napoleone", il 13 Maggio 1811 predisponendo i magazzini e le necessarie attrezzature di cantiere, presso l'oratorio della Concezione, a Marola. Venne inoltre tracciata la strada alla sommità della Castellana. I lavori vennero però sospesi nel Gennaio del 1814. Ultimo atto della presenza napoleonica nel Golfo fu una valorosa resistenza del forte di Santa Maria da parte di una modesta guarnigione francese contro gli inglesi. La caduta dell'impero quindi non permise il completamento del forte Napoleone della Castellana; altre opere progettate dai francesi videro però il completamento come le batterie poste a Lerici e Santa Teresa, quelle di Portovenere e della Castagna. Nel corso dei molti decenni seguenti, il forte della Castellana e soprattutto le installazioni ad esso collegate, come locali per stoccaggio munizioni, gallerie, casermaggio, locali di logistica, ecc, si andranno via via completando fino ad arrivare alla II guerra mondiale; in tale periodo la grande struttura fu usata come deposito di munizioni ed esplosivo, di ragguardevole capienza, fu in questo momento storico che durante un'incursione di bombardieri nemici uno spezzone incendiario lanciato da un' aereo appiccò il fuoco al bosco sottostante il forte, le fiamme divamparono furiose, anche favorite dal fitto bosco di pini, arrivando a minacciare da vicino la fortificazione. I soldati che colà vivevano, insieme ad altri provenienti dalla vicina batteria di Costa Rossa (Cascino), che si trova lungo la strada che sale verso Campiglia, unitamente ai pompieri si impegnarono per spegnere il grande rogo. Intanto le fiamme, sempre più vicine ai depositi di esplosivo, minacciavano di far saltare la cima del monte. Fu così che gli abitanti di Campiglia, consci che in caso di esplosione della polveriera il loro paese sarebbe stato completamente spazzato via, intervennero quindi in massa affrontando da vicino il notevole rischio e si prodigarono con tutti gli altri militari per spegnere il vasto incendio, alfine domato con grande sollievo per tutti. Terminato il conflitto, la Castellana, come la vicina batteria di Costa Rossa, vennero completamente saccheggiate, tutto ciò che poteva essere smantellato fu portato via (ancora oggi è possibile vedere lo stato di spoliazione della Costa Rossa, ove erano installati i cannoni di grosso calibro), la Castellana fu quindi presidiata fino agli anni '50-'60, dopodiché fu completamente abbandonata; molte delle strutture, avevano subìto un degrado naturale dovuto all'azione del tempo, alle continue infiltrazioni d'acqua dalle coperture, invase, circondate e coperte da rovi, da grovigli arbustivi o sommerse dal bosco avanzante. Anche le ampie mura in pietra, del nucleo centrale del forte, cominciarono in qualche punto a mostrare cedimenti, i sassi crollando invadevano il profondo fossato che circonda il forte lungo tutto il perimetro. Alla metà degli anni '60 la Marina Militare dovendo sviluppare un vasto programma di esperimenti atti alla conferma di principi e criteri teorici circa la propagazione, sopra la superficie del mare, per ciò che concerne le onde elettromagnetiche ad altissima frequenza, decise di riappropriarsi delle aree dismesse dal Ministero Difesa. Riemerge qui la favorevole e privilegiata posizione della Castellana, la sua posizione geografica con apertura a 360°, senza ostacoli frapposti, che ai fini della propagazione delle onde elettromagnetiche, è assimilabile ad un traliccio ideale alto 512 metri, che si erge su una superficie perfettamente riflettente come è quella del mare. Per lo sviluppo del progetto, data l'inagibilità del forte, furono approntate delle ampie costruzioni prefabbricate in metallo, dotate di coibentazione termica, fornite di tutti i servizi, per alloggiarvi i militari addetti all'esperimento: gli specialisti della logistica e quelli dedicati alla sorveglianza della base. Altri due prefabbricati furono predisposti rispettivamente: per le apparecchiature elettroniche e per laboratorio di studio. Questo nuovo utilizzo portò un vitale impulso allo sviluppo della zona; fu allargata ed asfaltata la strada verso la sommità, fino ad allora veramente in pessime condizioni (rimane da asfaltare, per ora, la seconda strada di accesso al monte, quella che scende verso Derbi e da qui alle Grazie), naturalmente l'accesso ed il transito ai non militari ed addetti fu vietato, come a tutt'oggi. Fu altresì approntata una nuova linea elettrica, per alimentare tutto il presidio. Terminati gli esperimenti e gli studi su tale progetto, sempre in funzione della vantaggiosa altitudine e favorevole sito, particolarmente atto a ricevere, immune da disturbi " industriali " le onde radio da ogni direzione geografica, la Marina Militare, decise nella metà degli anni '70 di impiantare un notevole e complesso sistema di ricetrasmissioni in grado di coprire un largo spettro di frequenze, con l'impiego di molte antenne in modo da gestire, in contemporanea, un consistente flusso di messaggi, verso tutte le parti del globo. Bisogna però chiarire che una postazione radio come quella sulla Castellana non è l'unica che la Marina Militare, ha in uso, però data la favorevole posizione, questa specifica, è una delle migliori. Oltre al traffico di messaggi (bidirezionale) con le navi militari che navigano nei mari intorno alla penisola e nel Mediterraneo, il traffico è orientato anche verso le navi della Marina che sempre più spesso sono chiamate, sia per missioni addestrative che umanitarie, a navigare su mari a diverse latitudini, molto distanti dall'Italia. In forza di ciò, i vertici della Marina decisero di procedere alla realizzazione del nuovo grande progetto, cioè trasformare la sommità della Castellana in una modernissima stazione radio, che rimpiazzasse la vecchia e gloriosa stazione radio dei "Cappuccini" della Spezia. L'edificio principale della base militare, e cioè il forte, è stato completamente restaurato, secondo i progetti elaborati in collaborazione con il Genio Militare per la Marina di La Spezia che ha provveduto a dirigere i lavori; in pratica sono stati ricostruiti alcuni muri perimetrali in sasso, che risultavano crollati, usando i medesimi materiali che originariamente costituivano la struttura, rifatte completamente le antiche coperture, costituite da ampie volte in pietra, completate all'esterno con riporto finale di notevole spessore di terra, su cui cresceva l'erba dando alla struttura una certa mimeticità esteriore. Tutto ciò è stato risanato creando nuove coperture più efficaci. I lavori si sono protratti per lungo tempo dato che il recupero e risanamento è stato molto capillare ed accurato, con il fine ultimo di non stravolgere la storicità della struttura. La superficie totale dell'installazione è stata volutamente ridotta rispetto alla vastità di quella antica, sono state approntate nuove recinzioni, costruito un impianto di illuminazione per dare luce all'intera linea di perimetro (nelle serate, da La Spezia basta rivolgere lo sguardo in alto verso il monte, per avere idea di ciò che viene descritto). Nelle pinete circostanti, nei punti più alti, sono state sistemate le varie antenne, predisponendo cavidotti sotterranei atti ad alloggiare le tratte delle linee coassiali, necessarie per un corretto funzionamento delle stesse. All'interno del forte vi sono alcuni locali adibiti a sala radio in cui vengono convogliati i cavi provenienti dalle singole antenne e connesse ai vari apparati ricetrasmittenti. L'intero sistema radio è operato in modo remoto, attraverso una moderna rete di cavi a fibre ottiche. La grande sala radio si presenta con un notevole numero di ricevitori, sintonizzati, come si diceva, in remoto, su moltissime frequenze, quelle di solito in uso alla Marina Militare, per le normali comunicazioni con le navi, allo scopo di ricevere messaggi, inoltrandoli e smistandoli poi ai vari destinatari a terra cui sono diretti, oppure ritrasmettendoli ad altri comandi lungo la penisola o oltremare. E' pure attivo, 24 ore su 24, un ascolto continuo sulle frequenze dedicate all'emergenza in mare, ed essere così in grado di allertare e predisporre i soccorsi per le navi, anche non militari, che si trovassero in difficoltà; naturalmente questi segmenti di frequenze sono comuni ed internazionalmente assegnati per le emergenze. Rimanendo a livello locale, su uno dei tralicci qui presenti, vi sono le antenne per la Guardia Costiera (ex Capitaneria di Porto, per intenderci), la stessa, data la posizione geografica dentro al Golfo della Spezia, non sarebbe in grado di gestire il traffico del naviglio e barche di dimensioni minori, che si trovano in mare aperto. Questo il motivo del trasferimento sulla Castellana, allo scopo così di ascoltare ed essere ascoltata anche a grande distanza nel mar Ligure-Tirreno. Nel forte vivono in modo autonomo, con tutte le modernità, dei militari, in servizio di leva e di carriera di gestire e far funzionare al meglio la struttura. Viene qui naturale un'osservazione: è veramente curioso ed atipico (fondamentalmente simpatico, però) per ragazzi di leva ed effettivi della Marina Militare, svolgere il proprio dovere e vivere sulla sommità di un monte, a stretto contatto con la natura e…. con la storia, immersi nel verde, considerando la specificità militare di appartenenza; tuttavia il mare da lassù, è sempre visibile e presente… Prima di concludere questa "piccola" storia della Castellana, bisogna aggiungere che quassù è stato creato un piccolo paradiso, dato che all'interno di questo parco naturale recintato sono stati immessi alcuni daini.
Uno degli esemplari è qui mostrato in immagine, nel suo ambiente naturale, delle capre: tutti questi animali in piena libertà possono scorazzare all'interno dell'ampio bosco lontani da pericoli (tranne i bracconieri). Vogliamo ringraziare la Marina Militare Italiana, in particolare esprimiamo la nostra gratitudine al Comando Maritele di La Spezia, nella persona dell'Aiutante Sig. Conte Giovanni Battista per la massima disponibilità e gentilezza dimostrata, fornendoci: documentazione storica, notizie, fotografie, al fine di spiegarci lo scopo e l'utilizzo della base sulla Castellana.
 

 

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Ultimo aggiornamento: 20-06-05