Il giorno 7 Agosto 2000, abbiamo ricevuto il documento che segue, inviatoci da LUCA NATALE.
L'ambiente come risorsa economica con il turismo eco-sostenibile.
L'ambiente naturale può e deve diventare una risorsa economica di primo ordine, capace di risollevare le sorti dell'economia della zona collinare e costiera dello spezzino e delle Cinque Terre che hanno finora sofferto di inarrestabili emorragie di popolazione a causa della mancanza di lavoro.
Questo concetto deve passare su larga scala, in special modo nella nostra zona dove i problemi sono molteplici e la necessità di tutelare il patrimonio ambientale è riconosciuta come imprescindibile dalla maggior parte delle amministrazioni locali e deve essere in questo modo letta anche dagli abitanti che spesso vedono nella creazione dei parchi un freno ed un vincolo alle libertà personali.
Senza peraltro criminalizzare l'uso di malte collanti e cemento armato visto che in alcuni tratti del nostro territorio è la sola speranza di salvezza (vedi l'intervento di micropali a Fossola di Tramonti atto al contenimento del fronte franoso) si deve dare la possibilità all'uomo che ha sempre abitato le zone a rischio idro - geologico di continuare a farlo perché è la presenza dell'uomo a stabilizzare il territorio circostante.
Devono nascere strategie diverse, tutte indirizzate a un uso corretto del territorio: il nostro paese ha fatto negli ultimi dieci anni passi da gigante (almeno rispetto al punto da cui era partito) nella tutela delle sue zone più belle e significative.
Le aree protette (cioè parchi nazionali e regionali e altre aree protette a gestione pubblica o privata), che negli anni '60 coprivano appena lo 0,6 del territorio nazionale, attualmente ammontano a quasi due milioni di ettari e si avvicinano al 7% della superficie italiana. Anche se questi dati ci pongono al di sotto delle medie europee sono convinto che siano dati confortanti, che possano essere, ad ora, un punto di arrivo.
Ma dobbiamo ricordare che è inutile creare Parchi se non in presenza di emergenze naturalistiche da proteggere; chiaro che nella nostra zona, Tramonti, Cinque Terre e aggiungerei Val di Vara, l'emergenza da tutelare è il giusto equilibrio tra la civiltà antropica, sui generis, peraltro, e la natura.
In questa zona non vi sono particolari esigenze di tutela dell'aviofauna ed è per questo che non trovo del tutto astratta la possibilità di creare apposite zone in cui i cacciatore, che da sempre hanno un forte legame con il territorio, possano continuare nella loro attività, nel rispetto di nuove norme da decidere assieme.
Doverosa è la tutela del territorio con finanziamenti indirizzati alla protezione degli abitati delle 5 Terre, di Tramonti e di Campiglia che, a causa del progressivo dilavamento a mare, rischiano di perdere le proprie peculiarità: e in tal senso è importante sia la protezione dell'Unesco, sia l'ingresso nel Parco Nazionale. Che logicamente deve tutelare l'equilibrio preesistente.
Da qualche anno si è fatta strada anche una diversa concezione di turismo, che contribuisce a preservare il patrimonio ambientale, che è rispettoso delle risorse naturali e attento a non consumare il territorio per lasciarlo a chi verrà dopo di noi.
È il concetto di "turismo eco-sostenibile", leggero per il territorio, che vuol utilizzare l'ambiente come una risorsa preziosa e fa leva sulla sua integrità per attirare turisti consapevoli, in grado di apprezzare un "territorio particolare" e ad accettare le limitazioni necessarie a mantenerlo tale.
Ed è quello che cerchiamo. E che dobbiamo cercare.
Cordiali saluti,
Dott. Natale Luca
(Studioso di diritto ambientale e turistico)